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a) Graduatori congelate ... l'intervento dell'UGL Scuola Sicilia

Leggi l'articolo nel sito: UGL SCUOLA SICILIA

Pavone:   - "Graduatorie congelate!!!

                    La norma non è ancora esecutiva!!!

                    Credo che non avrà vita facile!!!!


Il Segretario Regionale dell'Ugl Scuola Sicilia prof. Bartolo Pavone avverte:-" Bisogna intervenire con grande determinazione sull'eventuale congelamento delle graduatorie ad esaurimento p.v.!!!
Continua:-"La norma non è ancora esecutiva,pertanto, suscettibile di modifiche o addirittura annullamento!!!! Subito dopo, le feste natalizie daremo seguito ad una serie di iniziative di lotta pacifica per contestare e contrastare questa eventuale norma che, sicuramente, creerebbe soltanto malumori nei precari oltre, ad una giusta e comprensiva forma di fribillazione.!!!
Prosegue:-C'è tanta gente che sta aspettando con ansia l'aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento per poter scegliere ed inserire un'altra provincia a pettine-".
Pavone, continua e critica il Governo Nazionale:-"Questo comportamento, non democratico,secondo il mio modesto parere, che il Governo sta attuando nel fare senza nessun confronto, sta causando notevoli problemi ai lavoratori precari della scuola, coinvolgendo anche nel disagio studenti e famiglie.In merito a ciò,voglio precisare che l'Ugl Scuola Nazionale, Regionale e Provinciale ha intenzione di operare con un criterio basato sul confronto verso tutti e a qualsiasi livello, un confronto democratico su elementi ricchi proposte e soluzioni che possano veramente migliorare l'istruzione dei nostri giovani, dare vantaggi in termine di: arricchimento del piano dell'offerta formativa; di organizzazione scolastica locale, regionale e nazionale, offrire e stabilire una proficua collaborazione nel rispetto della trasparenza, della correttezza professionale e condividere qualsiasi iniziativa di lotta agli sprechi, purchè i ricavati vengano utilizzati e investiti nella scuola stessa dove mancano elementi strutturali necessari per garantire il diritto allo studio a tutti gli alunni e non per fare solo cassa.!!"
-In atto-prosegue Pavone-la Sicilia è tra le Regioni d'Italia che ha subito più danni rispetto a tante altre regioni!!! Per i nostri docenti ed Ata precari non ci sarà un futuro se continueranno i tagli previste dalla legge 133/2008 (basta leggere i numeri e quelli che dovranno essere applicati per il prossimo anno scolastico).
I nostri precari stanno pagando e pagheranno un prezzo molto alto!!!
L'unica speranza è l'aggiornamento delle graduatorie per l'inserimento a pettine in un'altra provincia e quindi una maggiore possibilità di lavoro precario o entrare di ruolo.
Per questi motivi, come responsabile dell'Ugl Scuola Sicilia chiederò al Governo Siciliano di farsi portavoce che la nostra OO.SS intende manifestare contro qualsiasi forma di danneggiamento nei confronti di queste persone e che, non venga convertita il Legge tra 60gg.!!! Ma avverto:-" l'unione fa la forza-"!!!!
Per raggiungere e ottenere risultati importanti bisogna che ci sia un grande partecipazione pacifica e democratica di tutti docenti ed Ata, un aiuto massiccio, perchè solo così sono convinto che questa eventuale norma non avrà vita facile.!!!!!-"
Leggi l'articolo nel blog dell'UGL SICILIA: clicca qui.

 

ItaliaOggi: Con la Riforma, l'Università decotta riprenderà il fiato

 

L'articolo Pubblicato su ItaliaOggi: leggi il testo cliccando qui

 

 

di Pierluigi Magnaschi  

 

Dopo un lungo e travagliato percorso, con l'approvazione al Senato, la riforma universitaria è diventata finalmente legge dello Stato.

Non risolve certo tutti i problemi che sono sul tappeto ma sicuramente ha la possibilità di iniziare a risolverli. Che l'università italiana, ad eccezione di alcuni esempi positivi (che dimostrano che se si vuol gestire al meglio ci si riesce), sia in uno stato deplorevole, non lo dicono solo i politici della maggioranza ma lo dicono anche, in maniera concorde, gli istituti internazionali di rating che ogni anno monitorizzano l'affidabilità delle varie università.

 

Negli ultimi trent'anni gli atenei italiani sono stati oggetto di un accanimento legislativo con riforme in gran parte motivate da pregiudizi ideologici e che astraevano dai risultati formativi e di ricerca conseguiti.

L'autonomia universitaria, prima invocata e poi concessa per poter rispondere al meglio alle esigenze, alle volte specifiche, dei vari territori, è stata troppo spesso concepita come libertà di sprecare risorse pubbliche, nel conseguimento di obiettivi campanilistici, quando non clientelari. La conseguenza di questo andazzo da paese dei balocchi è stata la coriandolizzazione e la liceizzazione (quando le cose andavano bene) delle università, con un spreco immenso di risorse e un rendimento deprimente nel campo della formazione e della ricerca.

Cambiare direzione, intendiamoci bene, non sarà facile.

Le resistenze saranno imponenti come si è visto anche nelle manifestazioni di piazza degli ultimi giorni alle quali non partecipavano certo i massimi beneficiari del mantenimento delle cose come stanno.

 

Non sarà facile, ad esempio, adottare la selezione meritocratica in un corpaccione, sia pure per fortuna variegato, di 60 mila docenti, tra ordinari, associati e ricercatori a tempo indeterminato ai quali si debbono aggiungere (altrettanti!) docenti a contratto e un numero non facilmente determinabile (ma sicuramente imponente) di precari che emerge dal mondo dei dottorandi e dagli assegnisti di ricerca.

 

Nella patria ingessata dai diritti acquisiti, le riforme non basta certo approvarle ma bisogna anche riuscire ad applicarle.

 

Una cosa però è certa.

Con la riforma della Gelmini, l'università italiana ha imboccato una svolta.

Anche se il convoglio che adesso dovrebbe fare questa curva ha il freno arrugginito e tirato. Ma nel frattempo, sono cresciute anche le forze che hanno capito che l'innovazione meritocratica non è più eludibile. Anche se queste forze, non si sa perché, non sono amate dal sistema mediatico.

 

 

pubblicato in ItaliaOggi Numero 305  pag. 2 del 24/12/2010 |

c) TuttoScuola: Nel milleproroghe blocco di due anni delle graduatorie

 

dal sito TuttoScuola

 

 

Graduatorie blindate senza possibilità di aggiornamento fino al 2013. Vale a dire che per due anni scolastici (2012/2013, 2013/2014) non ci potranno essere modifiche agli elenchi provinciali ad esaurimento degli insegnanti. Impossibile tentare la sorte in altre province se la propria è troppo ingolfata. Le graduatorie esistenti vengono prorogate e mantenute tali e quali. Impossibile andare da Nord a Sud e, soprattutto, viceversa.

 

Lo prevede il milleproroghe votato ieri in Consiglio dei ministri. Sono ancora in corso verifiche sul testo, ma la cosa sembra fatta. La decisione, si legge nel testo del decreto, è stata presa "nelle more dell'emanazione del regolamento sul reclutamento del personale docente delle scuole di ogni ordine e grado". Regolamento che è ancora in fase di studio.

Il sindacato Anief è subito intervenuto a commentare la notizia, che, se confermata, scrive l'organizzazione, "deve in primo luogo passare dalle forche caudine del Parlamento dove già una volta sono stati cambiati i testi di legge approvati dal Governo".

 

L'Anief "solleciterà gli onorevoli e i senatori a non approvare una norma che vorrebbe intervenire soltanto e inutilmente per evitare il trasferimento a pettine previsto per il prossimo aggiornamento e bloccato dalla Gelmini e dalla Lega. Se la Corte costituzionale, infatti, si pronuncerà a favore del pettine, questo assumerà titolo giudiziale, ragion per cui tutti i ricorrenti Anief dovranno essere inseriti subito a pettine dal commissario ad acta prima delle prossime convocazioni. A quel punto, anche i non ricorrenti potranno rivolgersi all'Anief per ottenere un pronunciamento del giudice del lavoro sul risarcimento danni e sulla mancata stipula del contratto di lavoro. Cui prodest? Anche per questa ragione - chiude il sindacato - chiederemo la soppressione di questa eventuale norma che creerebbe soltanto l'ennesimo pasticcio e confermerebbe l'incapacità del ministro Gelmini di gestire le graduatorie come i suoi predecessori".

 

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